Lucciole
C'erano una volta le lucciole
Piccolo grande mistero per noi,
anime bambine,
che nelle sere d'estate
tra richiami e voci eccitate,
correndo sui prati,
cacciavamo.
Si afferrava con mano
l'inconsistente, luminosa apparenza
per capirne l’essenza.
Il piccolo animaletto gentile
racchiuso in un pugno infantile
lanciava i suoi misteriosi segnali
a una compagna che non avrebbe visto mai più.
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Comincia il buio
sotto un cielo incerto
in attesa della notte.
Ed ecco, la notte viene,
scura di luna
viene col suo mistero,
con l'incanto
del suo conturbante cielo.
Viene col silenzio
di un mondo assopito,
finalmente in pace
forse.
Ma io dormire non posso
deflagrata la mente
in un turbinio di pensieri.
Una stella cadente riga il cielo.
Io penso.
Penso il nero di questo mondo domani.
La poesia è una forma di linguaggio e quindi di comunicazione. Come raccontava Franco Loi, uno dei nostri poeti dialettali più importanti, abbiamo parole per la vita razionale e quindi sarà in prosa che ci scriveremo se vogliamo comunicare cose tecniche, pratiche, ragionamenti. Ma abbiamo anche parole che usiamo per la nostra vita emozionale cioè parole che muovono ricordi, emozioni, fantasie che sono del nostro intimo e non c'è uomo che non abbia emozioni, perchè sarebbe uno zombi. Queste sono le parole della Poesia.
Venendo al personale io mi dichiaro dilettante ma pur essendo dilettante cerco di scrivere meglio che posso, di cose mie ma anche di altri, cioè interpretando quello che capisco di me, del mondo e degli altri.
Per me scrivere una poesia vuol dire un po' giocare con le parole, come le parole fossero materiale col quale costruire qualcosa che prima non c'era. Cioè usare le parole come userei della creta per dare forma ad un oggetto, In questo caso l'oggetto poesia.